Gente di Crucoli (17/05/2014)



"Ad esempio a me piace vedere / la donna nel nero del lutto di sempre...". Con questi versi di Rino Gaetano in testa, scatto la prima foto del mio ritorno a Crucoli, il paese della sardella ed il mio preferito della provincia crotonese dopo Santa Severina. 

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Mi informo un po’ prima di partire, questa volta. Il suo nome pare derivi dal latino ocriculum, che vuol dire “piccolo monte”. Ed infatti, anche visto dall’alto, il paese ricorda un cocuzzolo per la sua disposizione di case e la chiara facciata della chiesa di San Pietro e Paolo in bella vista.


Passeggio per le viuzze del centro storico in cerca di scene da riprendere, quando il suono di una zampogna mi arriva alle orecchie. Lo seguo, o meglio è lui a raggiungermi: sono due suonatori lametini che percorrono il paese con i loro strumenti tradizionali. Chiedo a gesti se posso fotografarli e mi fanno un cenno di sì col capo, mentre continuano imperturbabili a riempire l’aria di melodie popolari.


Mi domando a cosa possa servire quel carretto poggiato sull’uscio di una casa dal bel portale. Ma non passa nessuno in quel momento a cui possa chiederlo.


Attendo l’ora d’apertura del suo piccolo alimentari, per tornare a far visita al Sig. Gaetano, di cui ricordo ancora la squisitezza del quarto di pagnotta con mortadella che ci preparò quel giorno del nostro primo viaggio a Crucoli. Ho con me la foto che gli scattai; lui è contento di rivedermi e si presta volentieri per un’altra fotografia, a ricordo della prima fattagli all’entrata del suo negozio.

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Un altro bell’incontro mi riserva la giornata. Il sig. Gervasio. E’ lui a fermarmi. Dodici anni trascorsi in Germania come operaio della Mercedes, poi bidello del Liceo Scientifico a Crotone, ora in pensione. Vuole mostrarmi le margherite che ha piantato sulle mura di Via Verdi, dove abita. Ne va orgoglioso, e lo capisco.

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Trascorriamo diversi minuti insieme. Mi fa entrare in casa e mi offre da bere. Io prendo solo dell’acqua, con un suo certo disappunto; poi accetto una fragola ed un cioccolatino. Ci tiene in modo particolare a farmi vedere le sue tartarughe, e impieghiamo del tempo per estrarne una dalla posizione scomoda in cui s’è andata a cacciare. Ma alla fine il sig. Gervasio può mostrarmele entrambe, soddisfatto.


Sono giorni di festa a Crucoli, fra poche ore il paese festeggerà la Madonna di Manipuglia, come le luminarie per strada testimoniano già da qualche giorno.

  

E’ al bar centrale, infine, che scatto l’ultima fotografia della giornata. Un simpatico novantatreenne di cui non ricordo più il nome, mi parla piuttosto fiero della sua età e di come non sia poi così facile incontrarne in paese, di longevi come lui. Ed io spero di tornarci presto, per consegnare altre foto e far conoscenza con persone dal suo stesso sorriso.

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