Corigliano 2013 (appunti di viaggio)


27 giugno
Arriviamo nel pomeriggio, con Enrica e Gregorio. Lei è la migliore delle amiche, lui è il fotografo crotonese che ammiro maggiormente. Già cominciare l'esperienza del Corigliano 2013 in loro compagnia è chiaro presagio che quest'anno le cose andranno benone. Il volto di Enri si colora di rosso tramonto, la prima sera trascorsa sul lungomare di Schiavonea:



Le birre scorrono veloci, ma la fotografia attrae comunque l'attenzione di Greg, sempre pronto col dito sul pulsante di scatto, fosse quasi un naturale prolungamento della mano:



28 giugno
Alloggiamo in un confortevole appartamento in pieno centro storico, che ci offre il relax pomeridiano del terrazzino ombroso su cui Enrica trascorre del tempo leggendo il catalogo dell'XI edizione del Corigliano Calabro Fotografia:



Io, nel frattempo, mi accorgo del passaggio di un paio di bimbe che giocano a spingersi l'un l'altra su un triciclo, e approfitto del momento per cogliere uno scorcio della vista sottostante:



29 giugno
Iniziano le presentazioni dei primi autori ospiti del festival, a partire da due fotoreporter di respiro internazionale, presentati la mattina del 29 da Cosmo Laera:



Antonio Politano, giornalista e fotografo per National Geographic Italia, ci parla del suo Passaggio in Eritrea, mostrandoci fotografie di una potenza narrativa tale che mi lascia senza fiato (il pensiero che nella serata dello stesso giorno dovrò avvicinarlo per porgli alcune domande già mi mette agitazione...):



A seguire, James Whitlow Delano mostra il suo lavoro fotografico realizzato in Birmania, attraverso immagini stilisticamente molto distanti dal precedente, ma con una personale cifra stilistica che rende ugualmente interessante ai miei occhi il susseguirsi delle diapositive:



Il mio pomeriggio trascorre quasi febbrilmente, fra le splendide immagini dall'Eritrea di Politano che ho ancora nella testa e le domande da ultimare che dovrei fargli fra qualche ora. Giuseppe Torcasio, col suo occhio sempre attento agli istanti decisivi, si accorge (ed io affatto di lui) della mia concentrazione durante la stesura finale della pseudo-intervista:



Mi concedo una pausa-gelato, al ritorno dalla quale trovo una coppia di sposini nella fase finale del loro servizio fotografico fra gli angoli più suggestivi del Castello Ducale:



Arriva poi il momento dell'intervista all'Autore dell'Anno FIAF Calabria 2012, Gregorio Patanè, che espone il suo magnifico "Hotel Margherita" in una delle sale del Castello, insieme agli altri autori dell'edizione 2013 del Corigliano Calabro Fotografia:



 Sono lavori come il suo a farmi capire il vero senso della fotografia:


E mi domando come mai siano soprattutto i contributi fotogiornalistici, di documentazione (fra i molteplici stimoli di questa XI edizione del festival di Corigliano) ad attirare il mio interesse, a instillarmi passione, ad affascinarmi. Verso altre manifestazione della fotografia, quest'anno in particolare, nutro quasi una sorta di insofferenza, di noia. La risposta al mio quesito arriva fulminea durante un'illuminante chiacchierata via chat con Massimiliano Palumbo, di cui riporto testualmente le parole: "Il fotogiornalismo ha a che fare con la vita. Col fotogiornalismo la fotografia dice all'uomo: 'tu sei così, la vita è così. Io parlo di te, di te nutro attenzione..' Con altri generi fotografici è il fotografo che parla di se stesso... e, a meno che non siamo davanti a un genio, 'sta cosa alla fine annoia, annoia tutti".

Arriva l'ora dell'inaugurazione delle mostre fotografiche di quest'anno. Autorità e grandi fotografi internazionali si confondono nelle luminose sale del Castello Ducale con i visitatori e i molti fotoamatori presenti. Io, quasi timidamente, sono al seguito di Antonio Politano e Massimiliano Palumbo, in attesa di poter intervistare Antonio, che nel frattempo, fra una autografo, una stretta di mano ed una spiegazione delle sue foto esposte (la sala che ospita la sua magnifica "Passaggio in Eritrea" è fra le più visitate!), trova anche il tempo di scherzare carinamente con me, fingendo addirittura di intervistarmi con un microfono virtuale...

 (video frame Massimiliano Palumbo)


Fra i tanti osservatori del suo coinvolgente reportage di viaggio non manca Gianni Berengo Gardin. E' un attimo appena, mi accorgo di Massimiliano in "posa da combatttimento" che punta dritto verso il grande fotografo e, nonostante l'ingombro di cartelletta per l'intervista e registratore in mano, riesco a coglierlo in un unico scatto:



Giunge così il momento delle mie dieci domande a Politano, che pare gli piacciano parecchio, e questo, naturalmente, mi riempie di stupore e soddisfazione. La piacevole chiacchierata si conclude con Antonio che vuole offrirmi una birra; peccato io sia astemio:

(foto Massimiliano Palumbo)


Ricordo ancora tutto lo stupore nel guardare, cercando di carpirne qualche segreto, l'intensa serie eritrea di Antonio Politano. Poi, sempre ritornando al pensiero dell'amico Massimiliano a riguardo, ho capito che, anche in questo caso, la spiegazione sta nelle sue parole con me scambiate via chat qualche giorno dopo: "Si cresce quando l'attenzione del fotografo è tutta diretta alla realtà che vuole raccontare. Sono la passione e il rispetto verso ciò che si sta raccontando che indirettamente migliorano anche la tecnica fotografica."


30 giugno
La mattina dell'ultimo giorno a Corigliano porto a termine il programma che mi ero prefissato. Questa volta avvicino uno dei padri assoluti della fotografia italiana, Gianni Berengo Gardin. E' il terzo anno che l'incontro al festival, ma l'emozione nel parlare con lui è sempre grande. Disponibilissimo nel farsi intervistare, iniziamo la chiacchierata comodamente seduti fra le poltroncine della sala degli specchi del Castello Ducale. Le foto a seguire sono dell'amico Gianfranco Lacaria (da me post prodotte) che ringrazio di cuore per aver documentato questo importante momento del mio percorso di fotoamatore:


 
Le fotografie mostrano anche piacevoli attimi in cui i sorrisi del Maestro ed i miei raccontano di come, evidentemente, l'intervista non sia risultata troppo seria, il che va sempre bene:

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Il momento culminante di quella mattina, per me, arriva quando regalo a Berengo Gardin la mia foto più riuscita in circa quattro anni di attività fotografica, come ringraziamento per la sua disponibilità ed a ricordo del nostro incontro. "Dove l'ha fatta?", mi chiede subito. Gliene parlo, raccontandogli dei giri nel Marchesato crotonese da cui è nata quell'immagine. Poi, dopo averla apprezzata, riferendosi ad una domanda in cui mi riallacciavo al suo concetto del pensare a lungo prima di scattare, mi dice: "Per fare questa foto ci ha pensato prima, vero?" (il che, non posso negarlo, mi regala una felicità che non mi è facile da descrivere):

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Le sue ultime parole sono di incoraggiamento, assicurandomi che, col passaere del tempo, ci vorrà sempre meno dei 4 anni trascorsi per ottenere altre foto altrettanto buone, ed io, conl cuore trabocante di gratitudine per lui, assisto all'ultima delle memoribili scene di questa XI edizione del festival di Corigliano: Gianni Berengo Gardin che mostra agli altri la mia fotografia!!

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Nel pomeriggio, prima della partenza per il ritorno a casa, una notizia straordinaria ci giunge inaspettata: l'amico Leonardo Scarriglia è il nuovo Autore dell'Anno FIAF Calabria 2013, nonchè vincitore del primo premio Mostra Itinerante FIAF Calabria 2013. Siamo tutti entusiasti, e Leonardo ancora un po' stordito e incredulo, perso fra i nostri abbracci e complimenti.
E' giunta l'ora di rimetterci in viaggio per Crotone, ma un'ultima scena suggella l'esperienza 2013 di questo Corigliano Calabro Fotografia: irriducibile, classe 1930, Gianni Berengo Gardin riprende un gruppo di bambini che giocano per strada, ed io cerco al volo di fermare l'istante:

Che dire, il bagaglio di esperienze che mi regala ogni anno questo importante evento sulla fotografia si appesantisce sempre di più. Ed io, mentre riguardo alcuni ricordi ed oggetti da questa ultima edizione, immagino quali potranno essere gli incontri del prossimo anno a Corigliano...

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