29/07/12

Intervista a Ferdinando Scianna (parte 1)

Corigliano Calabro Fotografia 2012. Decima edizione della più prestigiosa rassegna fotografica del sud Italia. Per festeggiare l'importante traguardo raggiunto, quest'anno c'erano tutti, ma proprio tutti, i grandi fotografi intervenuti negli anni passati. Fra questi, anche Ferdinando Scianna, che per questa edizione ha realizzato la serie "Tre giorni a Corigliano", esposta nel Castello Ducale insieme ad altre importanti mostre di grandi personaggi della fotografia italiana.
Un evento, dunque, a cui non poter mancare. Io, da grande estimatore di Scianna, dei suoi lavori e del suo pensiero fotografico, ho preparato alcune domande da sottoporgli. E' stato disponibilissimo nel rilasciarmi questa intervista, e molto paziente nel rispondere alle mie 12 domande in una sfavillante, quanto caldissima, sala del Castello. Ne è venuta fuori una interessante chiacchierata di...50 minuti! Grande parlatore, affascinante ed erudito, Ferdinando Scianna. Non posso che ringraziarlo, anche in questa sede, per la gentilezza dimostrata e la grande emozione regalatami nel parlare con me di fotografia.
Di seguito il testo della prima parte dell'intervista (a seguire nel testo i links per le parti 2 e 3).


Corigliano Calabro, 30/06/2012

1) Vorrei iniziare dalla definizione di fotografia, visto che questa serie di domande vorrebbe anche essere uno spunto di riflessione, di dibattito, fra i soci del Gruppo Fotoamatori Crotone. “Scrittura di luce” o “scrittura con la luce”. Credo di aver percepito che Lei propenda più per la prima delle due interpretazioni. E' così? Vuole spiegarci il perché?

Io l’ho posta in questi termini riferendomi alla sequenza dei nomi che sono stati dati alla fotografia, definita prima heliogravure (cioè scrittura del sole), poi calotipia (mettendoci dentro l’idea della bellezza), ecc. Poiché il termine fotografia l’aveva suggerito Sir John Herschel (uomo di scienza che aveva per altro proposto a Fox Talbot l’uso dell’iposolfito di sodio), mi sembrava che, venendo da uno scienziato, questa parola composta da due termini (scrittura e luce) potesse avere un’ipotesi più tecnica. Quindi è la luce che scrive. Come del resto aveva detto anche Niépce.
Poichè, in definitiva, per la prima volta la fotografia produce delle immagini che non sono scritte dall’uomo ma sono scritte dalla luce, attraverso un’intermediazione di carattere ottico-meccanico.
Beninteso, io propendo per l’idea di scrittura di luce perché scrittura con la luce, in un certo senso, implica calotipia, implica il fatto che la soggettività possa introdurre la bellezza. Con la fotografia le due cose hanno una loro inestricabilità, una loro legittimità; perché se è vero che la fotografia, in quanto scrittura di luce attraverso un appartato ottico-meccanico, è comunque un mezzo per registrare il mondo, e quindi il fotografo può considerarsi un interprete del mondo (ma l’autore di ciò che il fotografo interpreta è il mondo stesso, è attraverso la luce che lui lo interpreta), è anche vero che questa interpretazione implica una quantità di elementi di soggettività. Negli stessi strumenti che si usano c’è soggettività: una macchina fotografica può essere usata con un teleobiettivo, con un grandangolare, da un certo punto, da un altro, in un certo istante piuttosto che in un altro, più da vicino piuttosto che da lontano, ecc.
Gli elementi di soggettività sono moltissimi, quindi per me la fotografia è un’interpretazione del mondo, ma è un’interpretazione come per un pianista che suona Bach e che lo può interpretare in mille maniere diverse: Bach rimane Bach, la musica è quella della realtà storico-culturale che ci si rivela attraverso la luce, però la maniera di vederla e di interpretarla è altrettanto molteplice. Per questo io parlo sempre in maniera ossimorica; tutti i miei libri hanno spesso dei titoli contraddittori: Obiettivo ambiguo, La geometria e la passione, e cose di questo genere. La fotografia se li porta dietro tutti e due: il suo essere strumento di registrazione del mondo e il suo essere interpretazione del mondo.
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